Giù la fiducia, su la fiducia: gli italiani hanno comprato l’82% del BTP Italia

Giù la fiducia, su la fiducia: gli italiani hanno comprato l’82% del BTP Italia

Mentre in pieno contagio da virus e in piena fuga dal rischio, gli investitori esteri hanno venduto 51 miliardi BTP e mentre, secondo gli ultimi sondaggi, il 65,3% degli italiani condanna l’operato del Governo Conte, l’emissione di titoli del BTP Italia con scadenza a 5 anni ha raccolto, in tre giorni, la cifra più alta di sempre: 22,3 miliardi di euro.

Ma non solo: l’82,1% del totale, pari a 18,3 miliardi sono stati acquistati da italiani di cui quasi 11 miliardi da piccoli risparmiatori.

D’accordo il tasso d’interesse è buono per questi tempi (1,4% minimo), ma resta il fatto che gli italiani hanno prestato i loro soldi a uno Stato governato da un esecutivo di cui sono scontenti.

Come si devono leggere questi dati messi insieme?

La prima opzione tratta di fiducia. Il sociologo Antonio Mutti ha spiegato che diamo fiducia perché ci aspettiamo qualcosa di buono da qualcun altro, ma non ne siamo certi, tuttavia le cose che sappiamo (il carico cognitivo) e quelle che sentiamo (carico emotivo) sono qualcosa di più di una mera speranza, quindi dopo aver fatto una sintetica ricognizione dei costi e dei benefici futuri, abbandonando le esitazioni, ci inoltriamo nel rapporto fiduciario.

(Antonio Mutti, Fiducia, in Enciclopedia delle scienze sociali, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1994, voI. 4, pp. 79-87)

Allora, se questa definizione è accettabile, significa che siamo un popolo oggi scontento, ma che ha una ragionevole certezza che le cose potranno cambiare.

La seconda opzione riguarda il senso di solidarietà. Il governo ha sostenuto che utilizzerà i soldi raccolti per finanziare la ripresa dell’economia dopo la pandemia da coronavirus.

La terza è più terra terra: la gente ha comprato il BTP perché rende il 1,4% all’anno.

Mi piacerebbe tanto che quella giusta fosse la prima e aggiungo un paio di considerazioni. Anzi tre.

Primo: almeno questa parte di debito pubblico, essendo in mani italiane, non corre il rischio di speculazioni straniere. Ricordo infatti che le vendite di titoli italiani da parte degli investitori stranieri durante l’epidemia ha creato non pochi problemi sui rendimenti. D’accordo, questa emissione è un’inezia rispetto al totale del debito, però posso considerarlo un inizio?

La seconda considerazione è un sogno. Se quei titoli acquistati dagli italiani fossero stati emessi liberamente dallo Stato italiano nella sua moneta, il debito non esisterebbe perché, per pagarlo, lo Stato potrebbe tranquillamente stampare moneta.

In realtà non dovrebbe nemmeno stamparla, perché si tratterebbe semplicemente di spingere un paio di tasti sui computer della Banca d’Italia e delle banche dei risparmiatori: sarebbero semplicemente due scritture contabili o, se sei più tecnologico, una serie di byte che viaggiano sulle linee telefoniche.

Infine, ricordo che la raccolta indiretta delle banche italiane a fine 2019 ammontava a 2.238 miliardi di Euro. Sono i titoli di stato (e altri strumenti) che le banche amministrano o gestiscono per conto di clienti. Insomma, è buona parte della ricchezza finanziaria degli italiani.

Lo sapevamo già: siamo un popolo di risparmiatori (se e quando possiamo) e, oggi, abbiamo dimostrato che ci piacciono i titoli italiani.

Allora, geni del male, invece di pensare a patrimoniali, raccogliete soldi offrendo agli italiani qualcosa in cambio tipo, appunto, un tasso di interesse come quello del BTP Italia. Raccogliereste quattrini e fareste felici le persone.

Non mi sembra che ci voglia un premio Nobel dell’economia per capirlo.

A proposito, anche i tedeschi ci hanno messo qualche spicciolo: 307.1 milioni. Ma non erano soldi che secondo loro andavano nelle tasche di Don Vito Corleone?


Se ti è piaciuto, perché non condiverlo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *